SS. Crocifisso;
Ciminna (PA);
Prima Domenica di Maggio;
festa esterna annuale.
L’origine della devozione al Santissimo Crocifisso (detto a Ciminna u Patri di Razzi) deriva da un evento miracoloso accorso in Ciminna nel 1623. Essendo il Crocifisso l’insegna della congregazione di San Giovanni, doveva essere condotto in processione durante il funerale di un uomo molto cattivo: divenne però talmente pesante da non poter essere trasportato.
La prima processione si svolse però nel 1651 e fu un tripudio di miracoli.
Ogni anno il primo Maggio ha inizio l’ottavario, la domenica interna all’ottavario rappresenta il culmine dei festeggiamenti. Durante questo periodo le donne e i devoti compiono “u viaggiu” ossia dei pellegrinaggi che, partendo dalla chiesa di San Giovanni compiono il giro della processione.
Il giorno della festa, dopo la Messa Solenne delle 11, il Santissimo Crocifisso è schiodato dalla Croce in legno e posto su quella argentea processionale. La discesa del Crocifisso e l’intronizzazione sul fercolo è accompagnato dalle giaculatorie urlate dai devoti e dai fedeli.
Nel pomeriggio ha luogo la furriata di torci, una cavalcata che arriva al piazzale di San Giovanni in cui i cavalieri portano grandi candele decorate con nastri (torci). Seguono le due “retina” sette muli attaccati tra loro a cui capo ne sta uno cavalcato. l’uomo che cavalca il primo mulo lancia dolciumi ai presenti.
La processione ha luogo in serata ed è aperta da una lunga teoria di uomini e donne (alcuni scalzi) con le torce accese. Segue la statua di San Giovanni portata dai ragazzi che inneggiano gridanno ” e cu sta niscennu chiddu nicu o chiddu ranni- viva San Giuvanni”. Il simulacro del Cristo è portato a spalla dai portatori bianco vestiti con cinta rossa ed è preceduto da un uomo con una coppa d’argento contenente il fumante incenso. Durante la processione il fercolo, a volte, indietreggia o oscilla: sono questi movimenti detti Miracoli perché si pensano dettati dallo stesso Crocifisso.
i portatori invocano U Patri di Razzi: “e cu sta passannu lu mericu di tutti li malati, chiddu chi guarisci cechi, surdi e muti e cu voli grazia cchiù forti l’avi a chiamari stu patri amurusu ricennu VIVA!.
La processione domenicale si conclude in Matrice.
la sera del lunedì ha luogo la processione di ritorno che sosta davanti l’edicola votiva costruita nel luogo del primo miracolo (1623). Rientra però alla chiesa di San Giovanni dove il crocifisso è posto nuovamente sull’altare maggiore.
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